Metropolitan Museum di New York crea una squadra per indagare su opere sospette

NEW YORK, 10 MAGGIO – Sotto pressione da parte di procure, polizie internazionali e mondo accademico, il Metropolitan Museum di New York chiude con i tombaroli di tutto il mondo. Il museo ha annunciato la nascita di una task force per passare in rassegna le sue collezioni e restituire ai paesi di origine oggetti acquisiti illegalmente. L’iniziativa arriva sulla scia di crescenti richieste di rimpatrio da parte di governi e forze dell’ordine. L’ultimo caso oggi: due rilievi cinesi del settimo secolo rimasti nelle collezioni del Met per trent’anni in prestito dalla collezione di Shelby White sono stati restituiti alla Cina.

https://manhattanda.org/d-a-bragg-returns-two-7th-century-antiquities-to-china/
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La scelta del Met e’ influenzata dall’incalzare degli eventi: nel corso degli ultimi mesi, decine di pezzi sono stati messi sotto sequestro dalla procura di Manhattan e restituiti a paesi come la Turchia, l’Egitto e l’Italia. Il direttore Max Hollein ha annunciato il piano in una mail allo staff ottenuta dal New York Times: “Come voce influente nel mondo dell’arte dobbiamo agire preventivamente per esaminare certe aree delle nostre collezioni”. Sara’ data priorita’ a tutte le opere arrivate al museo attraverso galleristi che sono stati messi sotto inchiesta: tra questi Robin Symes, il mercante d’arte britannico coinvolto nella vendita della Venere di Morgantina acquistata dal Getty nel 1988 per 18 milioni di dollari e restituita all’Italia nel 2007, e poi Giacomo Medici, Pasquale Camera, Gianfranco Becchina, solo per citarne alcuni.

L’esame riguardera’ in massima parte oggetti acquistati tra 1970 e 1990, un arco cronologico descritto dal direttore come di rapida espansione del museo, quando c’erano meno informazioni disponibili e meno interesse sulle provenienze. Il 1970 e’ un anno chiave perche’ fu allora che molti paesi adottarono i principi della convenzione dell’UNESCO per il contrasto al traffico illegale di antichita’. Passare dalle parole ai fatti fu, pero’, tutt’altra cosa
Non e’ da oggi che il Met e’ alle prese con oggetti che scottano. Nel 2008, dopo un contenzioso di anni, il museo restitui’ all’Italia il celebre cratere di Eufronio che era stato acquistato nel 1972 per un milione di dollari, ma negli ultimi tempi il passo delle restituzioni si e’ accelerato: il Met, su input della procura di Manhattan, ha rimpatriato 45 oggetti a vari paesi nel solo 2022.
Secondo gli investigatori, tra i pezzi ‘italiani’ illegalmente acquistati dal museo, otto erano entrati nelle collezioni tramite l’84enne Becchina, un mercante d’arte siciliano con galleria a Basilea in Svizzera al centro di vari processi in Italia. In agosto intanto il Getty di Los Angeles ha annunciato il rimpatrio del gruppo di sculture “Orfeo e le Sirene” dopo che l’ufficio di Matthew Bogdanos, responsabile per l’ufficio del District Attorney del contrasto al traffico di antichita’, in collaborazione con i Carabinieri del nucleo Tpc, aveva scoperto che era stato scavato clandestinamente nell’area di Taranto.

 

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