San Casciano: Gli Dei Ritornano dal 2 settembre al Palazzo del Quirinale

ROMA, 20 AGOSTO – La mostra al Palazzo del Quirinale sulle sculture trovate nel santuario di San Casciano ai Bagni sarà nuovamente visitabile dopo la pausa estiva dal 2 settembre al 29 ottobre. Ma attenzione, sono rimasti pochissimi biglietti. Per informazioni e prenotazioni: palazzo.quirinale.it.

Gli Dei Ritornano ha aperto al pubblico apre al pubblico il 23 maggio ed e’ poi rimasta chiusa il mese di agosto. La mostra presenta per la prima volta al pubblico le straordinarie scoperte effettuate nell’estate 2022 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano.

A partire dall’età del bronzo fino all’età imperiale, la grande tradizione di produzioni in bronzo di quest’area dell’Etruria è presentata come una spirale del tempo e dello spazio: “Come l’acqua calda delle sorgenti termali si fa vortice e diviene travertino, così il visitatore scopre come le offerte in bronzo incontrino l’acqua in una moltitudine di luoghi sacri del passato. Non è un solo momento della storia, ma una catena di riti e culti”, aveva detto all’epoca dell’inaugurazione Jacopo Tabolli dell’Universita’ per Stranieri di Siena, che con Ada Salvi e Emanuele Mariotti ha diretto il team internazionale che ha scavato a San Casciano.

La mostra, a 30 anni da quella sui Bronzi di Riace, è promossa dal Quirinale e dal Ministero della Cultura ed è stata realizzata grazie alla collaborazione tra una pluralità di istituzioni preposte alla ricerca, alla tutela e alla promozione del patrimonio culturale. Organizzata dalla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, e’ la prima nel palazzo dei presidenti dopo la fine dell’epidemia da Covid. I restauri sono avvenuti con il supporto dell’Istituto Centrale del Restauro. La cura è di Massimo Osanna e Jacopo Tabolli. Il Catalogo è a cura di Treccani, con la sponsorizzazione tecnica di Intesa Sanpaolo. Hanno inoltre finanziato lo scavo e i restauri per la mostra Friends of Florence, Ergon, Robe Cope per Vaseppi, Banfi srl e il Castello di Fighine.

San CascianoL’allestimento nelle sette sale dedicate del Quirinale è stato curato da Chiara Bonanni e Guglielmo Malizia. In mostra, sono le opere rappresentative fra quelle che faranno parte dell’esposizione permanente del museo, che avrà sede nel Palazzo dell’Arcipretura, destinato a ospitare i reperti provenienti dallo scavo del Bagno Grande e dalle ricognizioni archeologiche nel territorio. Fra le opere in esposizione, la statua in marmo dell’Afrodite del tipo di Doidalsas, copia romana di età traianea (II secolo d.C.) da un originale ellenistico, rinvenuta nel Cinquecento presso la sorgente della Doccia della Testa. Dalla vasca sacra del Bagno Grande proviene invece la statua in bronzo di Apollo in atto di scagliare la freccia, risalente al 100 a.C. Accanto alle statue delle divinità, ci sono raffigurazioni di offerenti, come il personaggio togato databile al I secolo a.C., che presenta somiglianze con il celebre Arringatore conservato al Museo archeologico nazionale di Firenze; e la statua maschile di un giovane malato, rappresentato nudo e in posizione orante: sulla gamba sinistra l’iscrizione latina che ricorda come L. Marcius Grabillo offrì a Fons un donario composto, oltre che da questa statua, da altri sei simulacri in bronzo (signa) e da sei arti inferiori.

Testimonianza dei dedicanti sono anche i votivi anatomici che riproducono parti del corpo umano, fra cui un orecchio in bronzo con la dedica alla Fortuna Primigenia, divinità che tutelava la sorgente fin dalla fase più antica, e le monete romane offerte in età imperiale. Evoca il fulgur conditum (il rito del fulmine sepolto, con cui tutto ciò che all’interno di un tempio o di un santuario veniva colpito da un fulmine doveva essere sepolto, così come il fulmine stesso) il fulmine in bronzo che fu deposto insieme a una freccia in selce all’interno di uno strato composto da tegole e coppi, che sigillò l’antica vasca etrusca, aprendo la strada alla monumentalizzazione del santuario, avvenuta in età romana, durante il regno dell’imperatore Tiberio (I secolo d.C.). (@EtruscanTimes)

 

 

 

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